Flavonoidi

Si sente parlare in questi giorni di dieta mind, ossia una dieta che si basa essenzialmente sui principi base della dieta mediterranea e che aumenta il consumo di certi cibi ricchi di sostanze antiossidanti, come i composti fenolici e fra questi i flavonoidi.

I flavonoidi sono composti a basso peso molecolare e fanno parte della classe dei polifenoli. In natura si calcola che ne esistano oltre 4.000 tipi, accomunati da una struttura chimica di tipo fenolico: alcune di queste sostanze possono trovarsi libere, sotto forma di agliconi, oppure glicosilate. Possono coniugarsi formando dimeri o polimeri oppure formare strutture più complesse nelle quali vengono esterificati.
I flavonoidi sono metaboliti secondari delle piante pressoché ubiquitari. Sono principalmente idrosolubili e facilmente reperibili nei fiori, nei frutti e nelle foglie di numerose specie vegetali, compresi legumi e cereali e la loro concentrazione varia a seconda della specie botanica e della zona della stessa pianta.
I flavonoidi abbondano in molte piante destinate all’uso alimentare, nella frutta (agrumi e mele in particolare), nei vegetali (spinaci, lattuga e cavoli), nei legumi ed in alcune bevande (es. tè verde) e nel vino.
Nella maggior parte dei casi, gli alimenti contengono miscele complesse di flavonoidi, che sono spesso scarsamente caratterizzate.  Le mele, ad esempio, contengono flavanoli monomeri (principalmente epicatechina) o oligomeri (soprattutto Procianidina B2), diversi glicosidi della quercetina, ed antocianine come la cianidina 3-galactoside, presente nella buccia di alcune varietà di mele rosse.
A causa di una tale eterogeneità, attualmente è impossibile sapere con precisione la natura di tutti i polifenoli, e dunque dei flavonoidi, che noi ingeriamo, anche se è auspicabile riuscire a conoscere le principali classi di polifenoli consumati, i principali alimenti che li contengono e il loro contenuto in questi alimenti.
Il termine flavonoide è interscambiabile con bioflavonoide, nome con il quale sono comunemente conosciuti questi nutrienti.
Il loro nome deriva da flavus (che significa “biondo”) e si riferisce al ruolo che giocano come pigmenti vegetali. La colorazione che donano ai tessuti dipende dal pH. I pigmenti blu si formano per chelazione con certi ioni metallici (ad esempio Fe3+ o Al3+). Un gruppo specifico di flavonoidi, le antocianine, è responsabile dei colori rosso, blu e violetto di fiori e frutta ed è quindi importantissimo come mediatore dell’impollinazione. La varietà di sfumature di colore associata alle antocianine è aumentata nel corso del processo evolutivo.
Altri  flavonoidi, pur non essendo colorati per l’occhio umano, assorbano molto fortemente nello spettro UV e possono quindi essere visti dagli insetti. Molto spesso si ritrovano al centro dei fiori e servono come guida per l’atterraggio.

Attività  farmacologiche e terapeutiche

Gli effetti farmacologici dei flavonoidi furono osservati per la prima volta nel 1935 dal biochimico ungherese Szent-Gyorgyi che isolò dalla buccia di limone una sostanza capace di diminuire la permeabilità capillare e di aumentare la resistenza vascolare. Questa sostanza, chiamata citrina dal genere Citrus e successivamente isolata anche dalla Paprika (Capsicum annuum, fam. Solanaceae), risultò costituita dai due flavanoni: esperidina e eriodictiolo. La citrina per via dei suoi effetti benefici fu denominata anche vitamina P; in seguito, tuttavia, tale denominazione venne abbandonata non essendo mai stati dimostrati evidenti sintomi da carenza.
I flavonoidi contribuiscono in varia misura agli effetti benefici di una dieta ricca di frutta e verdure. Esercitano la loro azione positiva  in una vasta gamma di malattie, come il cancro, malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Molti studi hanno dimostrato il loro potere antiossidante. Tuttavia, è ampiamente accettato che, se i flavonoidi svolgono una così ampia attività preventiva e/o curativa, la loro azione deve coinvolgere non solo il loro potenziale antiossidante, ma anche la modulazione di molteplici vie intracellulari, fondamentali nella patogenesi di queste malattie (Williams et al., 2004).
Il lavoro di Szent-Gyorgyi ha rappresentato la pietra miliare dello studio delle proprietà farmacologiche e terapeutiche dei flavonoidi. Tuttavia, non tutte queste attività sono state ancora completamente dimostrate nell’uomo.
Le attività dei flavonoidi possono essere riassunte in:
o Aumento della resistenza capillare
o Diminuzione della permeabilità dei vasi
o Attività:
• antiinfiammatoria,
• antiallergica,
• antivirale,
• antiaterogena,
• antiaritmica,
• antitumorale,
• antiepatotossica,
• immunostimolante,
• ipolipemizzante
• Stimolante le funzioni cognitive
• Modulatrice dell’attività degli estrogeni

Williams R.J., Spencer J.P. and Rice-Evans C. (2004) “Flavonoids: Antioxidants or signalling molecules?” Free Radic. Biol. Med. 36: 838–849